
Il saluto di Riccardo Rustichelli al popolo gialloblù
Fine delle attività per il capitano Riccardo Rustichelli, che decide di chiudere la propria attività pallavolistica con la promozione al PalaSimoncelli.
Dopo 12 stagioni in prima squadra e innumerevoli altre in giovanile, Riccardo Rustichelli saluta la Stadium:
Smettere di giocare è una scelta maturata da tempo, è una scelta di vita, ragionata. Questa stagione mi ha aiutato a mettere la ciliegina sulla torta della mia carriera, e non potevo chiedere di concludere in una maniera migliore.
Chiaramente ci rivedremo al PalaSimoncelli a tifare insieme. Non mancherò di prestare il mio sostegno alla società. La Stadium mi ha insegnato a giocare, mi ha cresciuto fin da quando ero un ragazzino e insieme abbiamo gioito, ci siamo disperati, siamo andati avanti nelle difficoltà e abbiamo apprezzato i successi. È stata una crescita a 360 gradi, sono veramente contento di averla fatta in gialloblù e di aver chiuso con la promozione, in molti sanno quanto ci tenessi.
Voglio ringraziare coloro che sono sempre venuti a sostenerci perché ci hanno sempre dato un grandissimo supporto. La promozione con San Giustino è arrivata sicuramente a fronte di un gruppo unito, forte, che sapeva giocare insieme, ma sospinto anche da una palestra che ci sosteneva. Io l’ho sempre detto: quella serie finale l’abbiamo vinta in Gara 1, nella quale i nostri sostenitori hanno fatto tanto. Continuando anche nei due anni difficili di A3.
Ringrazio tutti, dal primo all’ultimo. Lo staff che lavora per rendere possibile tutto questo, i ragazzi che hanno giocato con me in questi anni, e tutti i nostri sostenitori.
Soprattutto devo però ringraziare la mia famiglia e Giulia che in questi anni mi hanno accompagnato da vicino nella quotidianità fuori dalla palestra.
Grazie davvero di cuore a tutti.
Ci rivedremo in tribuna per tifare Stadium tutti insieme!Il saluto commosso del presidente Silvestri che, a nome di tutta la società, ringrazia il Capitano per gli anni vissuti insieme:
Quando un giocatore come Riccardo smette di giocare, non si perde soltanto un valore tecnico in campo. Se ne va anche un pezzo di cuore.
Chi ama davvero questo sport lo sa: il talento, l’agonismo, la voglia di vincere sono fondamentali. Ma sono solo la punta dell’iceberg. La vittoria è la realizzazione visibile di qualcosa di molto più grande: l’impegno quotidiano, le ore passate in palestra, le sconfitte che insegnano più dei successi, il lavoro silenzioso che costruisce ogni gesto tecnico, ogni scelta, ogni dettaglio.
Ma quello che io amo di più in questo mestiere — perché sì, vi assicuro che per il tempo, la dedizione, l’energia che richiede è un vero e proprio lavoro — è la possibilità di accompagnare i ragazzi lungo un pezzo importante del loro cammino. Vederli crescere. Vederli entrare da bambini, pieni di sogni e ingenuità, e diventare prima adolescenti, con le loro prime ambizioni, i primi amori, le sfide scolastiche… e poi uomini. Uomini maturi. Uomini che lo sport, anche, ha contribuito a formare.
Ed è proprio questa crescita che rende oggi un giorno speciale, ma anche un po’ nostalgico. Oggi saluto Riccardo, l’atleta, il capitano. Ma soprattutto saluto l’uomo che è diventato. Un uomo che è cresciuto con noi, e che con la sua passione, il suo esempio, la sua lealtà ha lasciato un’impronta che resterà.
Non serve nemmeno dirlo: le porte della nostra famiglia saranno sempre aperte per lui. Se un giorno vorrà tornare in altre vesti, con altri sogni, con nuovi obiettivi, sarà accolto a braccia aperte. Perché Riccardo non è solo un ex giocatore. È, e resterà sempre, uno di noi.